domenica 23 giugno 2013

Cielo! Mi manca

Da Rolling Stone num.92 - Giugno 2011

 


"Da bambino mi spaventava, non lo capivo, mi sembrava esagerato, anche adesso non lo capisco, e mi sembra ancora più esagerato e mi divora la paura ogni volta che lo penso, ma non ne posso fare a meno, il cielo!
Il cielo mi rapisce ogni volta che lo guardo, sia di giorno sia di notte.
Il cielo, il cielo, il cielo, sempre più cielo, non mi basta mai, e mi dispiace non avere gli occhi come le mosche, per vedere ancora più cielo. Squarci di cielo di notte in città, sporco di luci e di fumi, o disteso come una coltre tessuta di stelle in Argentina, il cielo è quello che vorrei scoprire nel mio cuore.
Fino alla quinta elementare ero convinto che noi esseri umani dentro il corpo fossimo vuoti, leggeri, che avessimo il cielo, per l'appunto, e nella testa tutta una serie di lucette colorate, come tanti pezzettini di lego luminosi, e invece cosa scopro?
L'Asfissia.
Nel corpo stanno ammassate tantissime cose, passeggeri stipati dentro un vagone così stretto che, per esempio, lo stomaco è metri e metri di budelli che girano vorticosamente su se stessi, e il cibo per arrivare al culo è costretto a fare una montagna russa di curve e giri mortali. Il cuore è stretto dai due polmoni, che sono come le spugne e stanno ingabbiati dentro le costole, e così via dicendo.
È il cervello è grigio. Ma stiamo scherzando? Grigio? La fantasia che sta dentro il cervello - me l'ha detto la maestra - non può essere grigia.
I pensieri belli, l'amore per la mamma, i sogni, non possono essere grigi, avanti, mi state prendendo in giro?
Che asfissia.
È allora tutta quest'aria che sento nella pancia quando Sonia mi sfiora la mano al parco? O il solletico la domenica mattina prima che il papà torni con il pollo arrosto cotto nel forno? O quando mio cugino Emanuele mi racconta le barzellette sporche?
Tutta questa aria che mi gira dentro, e la sento, ne sono sicuro, da dove viene? Dove sta se dentro al corpo è tutto stipato?
Un giorno la maestra ci disse che dobbiamo aver cura del mondo perché noi siamo un tutt'uno con lui.
In che senso maestra?
Nel senso che se il tuo cuore non ti volesse bene comincerebbe a buttare cartacce in giro dentro il tuo corpo, e non sarebbe una bella cosa, diventeresti pieno di immondizia, invece il tuo cuore ti vuole bene e non butta mai niente in giro, così tu resti pulito e sano. La stessa cosa vale per te, sei come un piccolo cuore per il mondo, se gli vuoi bene hai cura di non sporcarlo, di non sprecare le sue risorse.
Io, il cuore del mondo?
E gli altri miei compagni sono uno il fegato e l'altro il pancreas?
Io non voglio essere il pancreas del mondo, se ne uscì urlando Claudio.
Ma certo che no, siete tutti un piccolo cuore del mondo.
È il mondo quanti cuori ha?
Tantissimi, quanto tutta l'umanità.
Se noi siamo il cuore, e i fiumi sono le vene, e gli alberi che danno ossigeno i polmoni, il cielo è il cervello del mondo, ma certo, questa si che fu una rivelazione, i sogni infatti stanno in cielo, la fantasia sta nel cielo...il cervello del mondo è il cielo.
Da quel giorno il cielo mi sembrò ancora più magico.
Quanto mi manca il cielo, come vorrei avere avere anch'io un cervello sconfinato, pieno di stelle, e magari ogni stella che brilla è un pensiero celeste che ancora deve nascere, e le stelle comete cadono perché un uomo, guardandole, ha avuto la stessa idea, e il cielo non ne ha più bisogno.
Quando sei atterrito dal dolore e dalle rinunce, e ti sembra che la vita ti schiacci dentro un meccanismo che non filtra più gioia, quando le dighe della fortuna ti sembrano chiuse per sempre, quando le lacrime escono da sole senza ritorno, alza gli occhi, e guarda il cielo, pensa che è lì per te, che tu sei il cuore del mondo, guarda il cielo, ecco, quello sei tu, ti appartiene, guarda il cielo e ti giuro che un pensiero ti brillerà nel cuore, un pensiero che mai avevi avuto, un pensiero che era lì perché tu ti accorgessi di lui, un pensiero che aspettava solo te.
Anche se nessuna maestra mi dirà mai che ho ragione, dentro di noi, tra tutti gli organi stipati, ognuno ha un pezzettino di cielo, con le sue piccole stelle che brillano, e quando ci manca bisogna solo scovare l'angolo giusto per vederlo, e non è facile, il corpo è una folla rumorosa, con i flussi di sangue che scorrono veloci, e i polmoni che pompano ossigeno e filtrano lo smog, e il cibo che ribolle, insomma, c'è un bel casino dentro al corpo, ma, ne sono certo, un pezzetto di cielo stellato è lì che ci aspetta, pronto a stupir i d'infinito, e allora tutta quella folla indaffarata a mandare avanti la baracca si fermerà per un attimo guardare in alto, stupita di vedere un cielo sopra le loro teste."

Filippo Timi

Rolling Stone Italia - giugno 2011

 

Nessun commento:

Posta un commento